\paperw8895 \margr0\margl0 \plain \fs20 \f1 \fs24 La lunga lotta, iniziata nel 1793 sotto la guida di Pitt il giovane, interrotta dallÆeffimera pace di Amiens (1802), acu∞ i cont
rasti allÆinterno, e costrinse a misure eccezionali, come lÆAtto di unione dellÆIrlanda alla Gran Bretagna (1800), che cre≥ le premesse del problema irlandese. La Gran Bretagna dovette sostenere fame, carestie, disoccupazione, prima di poter giungere all
a vittoria sulla minaccia rivoluzionaria e napoleonica. Aveva spezzato il tentativo francese di egemonia continentale, aveva accresciuto il suo impero coloniale e la sua potenza navale: il suo primato nelle colonie e sui mari si presentava incrollabile.
Aveva lavorato con successo a Vienna per creare sul continente europeo un assetto che le permettesse di svolgere una politica dÆequilibrio e di fronteggiare efficacemente nuovi tentativi egemonici: gli stretti rapporti rinsaldati con la monarchia asburgi
ca attraverso la quasi costante collaborazione antinapoleonica e nelle discussioni a Vienna le permettevano di contare su un alleato efficace; la direttiva espansionistica russa attraverso la penisola balcanica in direzione degli stretti appariva, infatt
i, altrettanto temibile quanto le mire francesi nella penisola italiana. Ma lo sforzo sostenuto nel periodo del blocco continentale aveva aggravato il debito pubblico e fatto crescere il costo della vita, soprattutto per la politica di rigido protezionis
mo agrario voluto e attuato dai grandi proprietari dominanti nel parlamento.\par
Dal punto di vista politico e amministrativo la Gran Bretagna era rimasta immobilizzata in forme e sistemi che giα nel Æ700 avevano suscitato critiche fortissime, proposte
e tentativi di riforme. LÆamministrazione locale e lÆamministrazione della giustizia erano sempre virtualmente in mano allÆaristocrazia fondiaria, la \i gentry\i0 , tra le cui file erano scelti gli sceriffi, posti alla testa delle contee, e i giudici di
pace, incaricati delle funzioni giudiziarie, poliziesche, assistenziali, fiscali. La camera dei Comuni, e cioΦ lÆorganismo parlamentare elettivo, era ancora costituita in base alle vecchie circoscrizioni delle contee e dei borghi, rimaste immutate attrav
erso i secoli, cosicchΘ si arrivava allÆassurdo che alcuni collegi elettorali esistevano soltanto sulla carta, mentre centri industriali di recente sviluppo, come Liverpool, Manchester, Birmingham, non avevano rappresentanza in parlamento. Tale regime el
ettorale assicurava il predominio dei proprietari terrieri di fronte ai nuovi ceti borghesi industriali e commerciali. LÆabilitα di uomini politici come Canning, lord Grey, Cobden, Peel, fu dÆintuire i pericoli rivoluzionari insiti in questi contrasti, e
di attuare una politica di riforme graduali ma coraggiose (riforma elettorale, abolizione del dazio sul grano e vittoria del liberoscambismo), che seppero svecchiare le strutture politiche, economiche e amministrative del paese, assicurandone lo svilupp
o economico e sociale, e sventando nello stesso tempo ogni tentativo di soluzioni rivoluzionarie (cartismo). In politica estera, dopo la linea seguita da R. S. Castlereagh, di sostanziale appoggio al sistema politico della Santa Alleanza, si ebbe lÆintel
ligente azione di G. Canning in favore dellÆindipendenza degli stati dellÆAmerica latina e della Grecia, e, col ritorno al potere dei \i whigs\i0 , lÆaudace politica di H. J. T. Palmerston. Si era ormai in piena etα vittoriana: le riforme interne si acco
mpagnavano a unÆaccorta tutela dei tradizionali interessi inglesi in campo internazionale e coloniale. Dopo aver bloccato le ambizioni francesi di espansione nel Medio Oriente (crisi del 1840) e i tentativi della Russia dÆimpadronirsi degli stretti acced
enti al Mediterraneo, Palmerston appoggi≥ abilmente il movimento nazionale italiano, per introdurre un elemento equilibratore contro eventuali tentativi di egemonia francese nel Mediterraneo.\par
Il passaggio dal protezionismo al liberoscambismo si era
compiuto sotto il prevalere del partito liberale, che sal∞ al potere nel 1846 dopo la disgregazione del partito conservatore, determinata dal distacco di R. Peel e dei suoi seguaci, e vi rimase per circa un ventennio, con brevi parentesi di ministeri con
servatori. Palmerston e J. Russell furono gli uomini pi∙ in vista del partito, e accanto a loro cominci≥ a emergere W. E. Gladstone. Nel ventennio continu≥ intensa la mirabile ascesa economica e industriale della Gran Bretagna; lÆaumento della ricchezza
fece sentire i suoi effetti su tutte le classi. Di qui una ripresa del movimento operaio, attraverso lÆazione delle \i trade unions\i0 , sindacati di mestiere, che, pur limitandosi inizialmente a unÆopera di tutela e di rivendicazione economica, sfociaro
no poi nellÆazione politica per la necessitα di ottenere dal governo e dal parlamento il riconoscimento dellÆesistenza legale dei sindacati e provvidenze legislative a tutela dei diritti degli operai. Di fronte a questo progressivo aggravarsi delle tensi
oni politiche, B. Disraeli, esponente del nuovo torismo, introdusse una nuova riforma elettorale, che canalizz≥ nellÆalveo legale le opposizioni operaie. Parallelamente, Disraeli si fece fautore in campo coloniale di un audace imperialismo, contrapponend
osi alla politica di pace e riforme interne (tentativi di soluzione del problema irlandese) proposta da Gladstone. Si ebbe cos∞ il consolidamento del dominio inglese in India, che nel 1858 era stata tolta alla Compagnia delle Indie e annessa alla corona,
in Cina, Africa, Medio Oriente (Afghαnistαn). In Europa, lÆesito vittorioso della guerra anglo-franco-russa (1856) respinse la Russia dal Mediterraneo. Nel 1876 la regina Vittoria era proclamata imperatrice. Ma, come Disraeli aveva a un certo punto fatt
o proprio il programma gladstoniano di riforme, cos∞ Gladstone, tornando ancora una volta al potere (1880), continu≥ la politica espansionistica di Disraeli (insediamento in Egitto, 1882; occupazione della Birmania, 1885). Il pacifico alternarsi dei due
grandi partiti, conservatore e liberale, fu spezzato dal dissidio tra Gladstone e J. C. Chamberlain. QuestÆultimo sostenne un programma di unione doganale fra la Gran Bretagna e le colonie, protette contro la concorrenza americana e tedesca da un sistema
di tariffe elevate. Sebbene questo programma economico non fosse interamente attuato, grande sviluppo ebbero le sue ripercussioni politiche: lÆImpero fu portato a nuova espansione in Estremo Oriente e in Africa, nellÆOceano Indiano e sul Golfo di Guinea
. LÆassorbimento delle repubbliche boere (1899-1902) port≥ quasi a compimento il programma di C. Rhodes, inteso a costituire una serie ininterrotta di possessi britannici dal Capo al Cairo. La prima fase della politica europea del governo Chamberlain, cu
lminata nellÆincidente di Fαshⁿda (1898), fu essenzialmente antifrancese e triplicista. Ma il timore della potenza tedesca e lÆarrendevolezza francese nelle controversie coloniali determinarono una graduale evoluzione: costretta la Russia, dopo la sconfi
tta subita dal Giappone (1905), a rinunciare allÆespansione in Oriente, si deline≥ un nuovo sistema europeo, caratterizzato dalle intese anglo-francese (1907) e anglo-russa (1907). La conferenza di Algeciras (1906) vide, dunque, lÆisolamento della German
ia e dellÆAustria di fronte a uno schieramento che comprendeva Gran Bretagna, Francia, Russia, Italia. Ritiratosi Chamberlain dalla politica attiva, logorata la coalizione governativa dalle reazioni sfavorevoli alla guerra boera e dalla prima attivitα de
l partito laburista (fondato nel 1893), le elezioni generali del 1906 segnarono lÆavvento di radicali come Lloyd George ed E. Grey. Si consolid≥ in politica estera lÆevoluzione in senso antitriplicista, mentre tornavano allÆordine del giorno riforme soci
ali e politiche: nel 1910 la camera dei Lord perse antiche prerogative, mentre il potere politico fu concentrato nella camera dei Comuni; nel 1914 fu votata una legge che prevedeva per lÆIrlanda un parlamento e un governo separati, legge mai attuata a ca